Lo dimostrano le tribù primitive, dove giovani e anziani hanno orari di riposo sfasati affinché ci sia sempre qualcuno sveglio a vigilare sulla comunità. I risultati dello studio, pubblicati sulla rivista Proceedings of the Royal Society B, sono i primi a descrivere negli umani questo comportamento, che finora era stato osservato solo nel regno animale e che probabilmente si conserva ancora in noi, “mascherato” da insonnia. «Molti anziani vanno dal dottore lamentandosi perché si svegliano presto e non riescono a riaddormentarsi, ma a quanto pare potrebbero non aver nulla fuori posto», sottolineano i ricercatori. «Probabilmente alcuni problemi di salute che abbiamo oggi potrebbero non essere delle malattie vere e proprie, ma un retaggio della nostra evoluzione passata». I ricercatori statunitensi della Duke University hanno seguito le tribù africane della popolazione Hazda, in Tanzania, formate da cacciatori e raccoglitori che ancora oggi vivono seguendo i ritmi naturali, come hanno fatto i nostri antenati per migliaia di anni prima dell’avvento dell’agricoltura e dell’allevamento. In totale, su 220 ore di osservazione, gli Hazda hanno dormito simultaneamente per soli 18 minuti: generalmente più di un terzo del gruppo resta sveglio o assopito in un sonno leggerissimo.
(Sintesi redatta da: Magi Claudio)