I senior di oggi sono sempre più attivi. Frequentano i social network, comunicano con i nipoti in video conferenza, con gli amici, si conoscono, s’innamorano e si sposano anche in terza età. La spesa degli over 65 in Italia è stimata in 200 miliardi, e ogni anno i senior trasferiscono 38,2 miliardi alle famiglie di figli e nipoti per aiutarle. Ma quando si parla di invecchiamento attivo lo scenario – va detto – è pur sempre di luci e ombre. C’è ancora molto da fare sul piano politico: occorre ancora promuovere una linea di sviluppo strutturale e nazionale.
È questo il quadro che emerge in occasione di quella che alcune Regioni del nostro Paese hanno già eletto come la Giornata dell’Invecchiamento Attivo, ovvero il 22 aprile, ricorrenza della nascita di Rita Levi Montalcini. Da destinatari a soggetti attivi del volontariato: è questa una piccola rivoluzione avvenuta negli anni. Gli anziani di oggi, rispetto al passato, sono sempre più propensi a dedicare con passione il proprio tempo per aiutare gli altri: oggi uno su 10 (il 9,8%) svolge attività di volontariato, con un trend in aumento. Più uomini (11,4%) che donne (8,5%), con numeri più alti nel Nord rispetto al Sud.
Un dato in crescita secondo l’Istat, e significativo in un’età che vede anche una maggiore diffusione delle malattie croniche e della fragilità. La maggioranza di loro svolge un’attività che rientra nei tecnici dei servizi sociali (38,1%): il 23% come assistenti sociali, mediatori culturali, educatori e il 15,1 % come volontari tecnici delle attività religiose e di culto (catechisti, assistenti liturgici, animatori). Ma non solo, spesso l’impegno nel volontariato avviene come contabili e organizzatori (14,0%), istruttori di discipline sportive (9,3%), o come operatori sanitari specializzati (4,3%).
Un impegno che testimonia la volontà di contribuire alla vita sociale mettendo a frutto le proprie competenze, a cui si affianca l’impegno nella casa, nell’accudimento, spesso, di un coniuge e, ancora più spesso, dei nipoti. Il che non significa, necessariamente, rinunciare anche alla propria quota di tempo libero: sempre secondo l’Istat, l’11,7% degli anziani praticano attività fisica, a volte con una costanza e una dedizione che fa invidia ai loro nipoti.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)