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L’Italia dei record estremi: tanti anziani, pochi figli, forti diseguaglianze

www.askanews.it, 16-06-2021

L’Italia dei record estremi: tanti anziani, pochi figli, forti diseguaglianze

Da qualche tempo l’Italia si caratterizza per livelli demografici estremi: la struttura invecchiata per età, la bassa fecondità, la lunga transizione dei giovani allo stato adulto, i forti legami familiari, la lunga durata della vita, la veloce crescita della popolazione straniera. È quanto è emerso a Roma, al Cnel nel corso della presentazione del Rapporto Scientifico sulla Popolazione, curato dall’Associazione Italiana per gli Studi di Popolazione.

L’andamento delle nascite durante gli ultimi 20 anni è stato caratterizzato da tre periodi. C'è stata una ripresa che, a partire dal minimo da record mondiale di lowest-low fertility del 1995 (1,19 figli per donna), ha caratterizzato l’Italia fino al periodo della Grande Recessione, con un picco di 1,46 figli per donna nel 2010. È iniziato poi il "tempo dell’incertezza", durante il quale è stato sperimentato un declino quasi speculare alla precedente ripresa, con un nuovo minimo nel 2019 (1,27 in totale, e 1,18 per le donne italiane).

Di contro l’Italia ha mostrato nel tempo un evidente progresso della speranza di vita alla nascita, che ha raggiunto nell’era pre-Covid-19 livelli non lontani dal record mondiale, superando gli 83 anni nel 2018. Eppure, anche in questo quadro essenzialmente roseo, si documentano importanti differenze sociali nella mortalità. Il 2020 infatti è stato indelebilmente segnato dal Covid-19, con un incremento nel numero di decessi superiore ai 100.000, rispetto alla media dei cinque anni precedenti.

Insieme al livello di istruzione, all’età e alla generazione di appartenenza, un altro fattore importante che genera diseguaglianze all’interno della popolazione italiana è il luogo dove si nasce e si cresce. Il territorio italiano è eccezionalmente eterogeneo: oltre allo storico divario Nord-Sud, da qualche decennio si fa riferimento anche al divario centro-periferie, con Comuni che attraggono, Comuni che rimangono stagnanti e Comuni che perdono in termini demografici. In conclusione, le riforme a partire dal 2021 dovranno tenere conto, secondo il Rapporto, dell’eccezionalismo demografico dell’Italia, aiutando il Paese ad affrontare i nodi irrisolti e in qualche modo ad avvicinarsi a una demografia “normale”.

(Fonte: tratto dall'articolo)

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Data dell'articolo2021-06-16
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Fontewww.askanews.it
Approfondimenti Onlinewww.askanews.it/cronaca/2021/06/03/litalia-dei-record-estremi-tanti-anziani-pochi-figli-forti-diseguaglianze-top10_20210603_201459/
Subtitolo in stampawww.askanews.it, 16-06-2021
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