Cinque milioni e mezzo di italiani ultracinquantenni nel 2023 hanno dichiarato di aver già previsto un lascito solidale nel proprio testamento o di essere orientati a farlo. Un dato leggermente in calo rispetto al 2022 (dal 26% al 21% della popolazione over 50) ma sicuramente in crescita rispetto a sei anni fa (nel 2018 i favorevoli erano il 12%). Lo rileva l’ultima indagine realizzata da Walden lab in collaborazione con l’istituto di ricerca sociale e mercato Eumetra per conto del Comitato testamento solidale che raggruppa 28 realtà del Terzo settore e ha come missione quella di promuovere la cultura del testamento solidale in Italia.
Ciò che va sottolineato è il progressivo aumento di coloro che sono a conoscenza di questa opportunità: dal 60% del campione intervistato nel 2016 a oltre l’82% nel 2023. La ricerca ha evidenziato nell’ultimo anno una percentuale più o meno stabile, al 45%, di sfavorevoli al lascito solidale e una quota di indecisi più alta, che è passata dal 27% al 35% (nel 2018 erano il 25%) - giustificata dal progressivo calo dei contrari, che sei anni fa erano il 63% - a causa soprattutto del timore di sottrarre risorse ai figli (32%) e della preoccupazione per la loro precarietà lavorativa (28%).
Il 70% coinvolgerebbe in ogni caso la famiglia in questa scelta. Nonostante 2 italiani su 5 pensino che il mondo sia peggiorato nell’ultimo decennio per il clima (secondo l’86%), le guerre (84%), le pandemie (83%), le diseguaglianze (76%) - la fiducia verso il Terzo settore resta forte: per la maggior parte (63%) sono gli enti non profit a darsi più da fare per migliorare la società e renderla più sostenibile. Al secondo posto ci sono le piccole e medie imprese (47%), al terzo i cittadini (43%) e al quarto l’Europa (37%). Dopodiché gli italiani fanno anche i conti col benessere economico in declino, la diminuzione della fiducia nel prossimo, dell’equità sociale (62%).
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)