L'Italia è il quinto Paese al mondo per aspettativa di vita, con una media di quasi 82 anni per gli uomini e 86 per le donne. Questa notizia, quando inserita nel quadro generale, diventa però preoccupante per la sostenibilità del Sistema sanitario nazionale (Ssn). La longevità degli italiani, anche a causa del forte calo di natalità, si riflette in un invecchiamento generalizzato della popolazione: l'età media della popolazione italiana è infatti di quasi 48 anni, contro i 42 della Francia o i 41 della Norvegia. Una popolazione anziana ha purtroppo maggiore bisogno di medici e terapie rispetto ad una più giovane.
È vero infatti che viviamo più a lungo ma lo facciamo in uno stato di malattia, come evidenziato dal fatto che oltre la metà dei nostri anziani soffre di almeno tre patologie croniche, che richiedono cure mediche continue. Nonostante dunque l'invecchiamento renda la popolazione italiana sempre più fragile e bisognosa di una sanità efficiente, il quinto Paese al mondo per aspettativa di vita si colloca solo al ventesimo posto nella classifica della spesa sanitaria pro-capite (per fare un confronto, la Svizzera è al terzo posto in entrambe le classifiche).
Già questo dato basterebbe a spiegare l'inadeguatezza del nostro Ssn: una richiesta sempre crescente di prestazioni sanitarie che non si accompagna ad un adeguato investimento in termini economici. Ma c'è di più. Ad invecchiare, infatti, non sono solo i cittadini ma anche e soprattutto i medici: secondo dati recenti, l'età media dei medici della sanità pubblica è di 51,3 anni ma quella dei medici di famiglia è intorno ai 60 anni. La medicina generale dovrebbe rappresentare la prima linea di cura per tutti i cittadini ed è particolarmente importante per quelli fragili, bisognosi di assistenza continua.
Ma i medici di famiglia sono pochi, in alcune aree del Paese pochissimi, e per di più disponibili per gli assistiti solo per poche ore alla settimana; il risultato è che troppo spesso i cittadini vengono lasciati soli di fronte alla malattia. E, allora, chi può permetterselo si affida alla sanità privata mentre chi non può è spesso costretto a rivolgersi alla medicina d'urgenza, anche per condizioni che non lo richiederebbero.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)