L’artrosi in Italia affligge almeno 4 milioni di cittadini. «È una malattia degenerativa legata all’usura della cartilagine che ricopre e protegge le ossa a livello delle articolazioni — spiega Carlomaurizio Montecucco, ordinario di reumatologia all’Università di Pavia, Policlinico S. Matteo — In condizioni normali la cartilagine ammortizza il carico e, allo stesso tempo, favorisce lo scorrimento dei capi articolari. Se si altera e inizia sfaldarsi perde la sua elasticità, cosa che può portare nel tempo a una sofferenza dell’osso sottostante, che si ispessisce e si deforma». L'artrosi è dovuta ad un’alterazione dell’ equilibrio articolare, che può essere mantenuto solo se un carico normale viene esercitato su una cartilagine normale e succede per vari fattori: costituzione, sovrappeso, malformazioni, le sollecitazioni meccaniche legate a particolari attività, i traumi o gli esiti di interventi chirurgici». I sintomi sono il dolore, rigidità e limitazioni funzionali dell’articolazione. Per arrivare alla diagnosi si devono osservare i sintomi ed eventualmente eseguire una radiografia. Molte persone hanno i segni radiologici di artrosi senza sintomi e non necessitano di cure, ma solo di prevenzione. Non esistono cure risolutive, ma molto si può fare per evitare che l’artrosi si instauri o peggiori (ad esempio oggi si sottopongono i neonati a controlli dell’anca così da correggere eventuali malformazioni e prevenire lo sviluppo di artrosi a questa articolazione). Altro fattore su cui si può intervenire è il sovrappeso. Quando si ha l’artrosi si può contare su farmaci antidolorifici, fisioterapia e infiltrazioni di acido jaluronico o cortisone. Spesso sono prescritti farmaci condroprotettori (che proteggono la cartilagine), con azione antidolorifica nel lungo termine. Più difficile il discorso per i processi artrosici degenerativi. Nei casi più gravi non resta che ricorre al trattamento chirurgico con il posizionamento di protesi articolari.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)