Era il 1962 quando un giovane scienziato inglese John Bertrand Gurdon si mise in testa di dimostrare che il processo di invecchiamento non era ineluttabile. Gurdon rimpiazzò il nucleo di una cellula uovo di rana primitiva (Xenopus laevis), con quello di una cellula somatica adulta, come quella epiteliale dell'intestino dello stesso anfibio. La cellula uovo modificata si sviluppò e divenne un normale e sano girino. Da qui John ipotizzò che il genoma delle cellule adulte, potesse ancora contenere tutte le informazioni necessarie per guidarne lo sviluppo in tutti i possibili tipi di cellule dell’organismo umano. Grazie alle sue rane, come in una favola di Esopo, il giovane scienziato aveva dimostrato che il differenziamento cellulare tipico delle fasi dello sviluppo è un processo reversibile. In seguito ottenne il premio Nobel.
Oggi, ad 86 anni, dirige ancora un istituto di ricerca a Cambridge e incontra ogni giorno studenti di tutto il mondo. Il 13 maggio prossimo riceverà un riconoscimento dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa dove terrà la Lectio Magistralis del ciclo seminariale Orizzonti in Medicina e Biologia. Qualche giorno fa, alla trasmissione radiofonica della BBC, The Life Scientific, ha affermato che la tra 50 anni la clonazione umana sarà realtà. Ciò nonostante sia consapevole dei dubbi etici connessi all’argomento e dei numerosi fallimenti collezionati dal biologo cipriota, Panayiotis Zavos, che dimostrano la scarsa efficienza della procedura sull’uomo.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)