L’attività fisica riduce del 30 % il rischio di morte prematura, di malattia cardiovascolare e ictus, di diabete tipo II, di cancro al colon e al seno e di depressione, e per questo è fondamentale il suo riconoscimento come mezzo terapeutico e di prevenzione attraverso la possibilità di prescrizione medica. Lo sport è ampiamente riconosciuto come elemento cardine per la promozione e diffusione di comportamenti e stili di vita sani; eppure, dall’adolescenza in poi la percentuale di popolazione che svolge attività fisica diminuisce in modo drastico.
Secondo gli ultimi dati del 2021, nella fascia di età tra gli 11 e i 14 anni il 46 % pratica sport in modo continuativo, tra i 15-17enni diminuisce al 42%, con valori più alti tra i maschi (47% dei maschi contro il 37% delle donne), percentuale che scende ulteriormente dai 18 ai 59 anni, in cui il 31 % degli uomini pratica sport, mentre tra le donne la quota si ferma al 23 %.
Recentemente è stato presentato un disegno di legge, l’Atto Senato n. 135 della XIX Legislatura del 13 Ottobre 2022 su “Disposizioni recanti interventi finalizzati all’introduzione dell’esercizio fisico come strumento di prevenzione e terapia all’interno del Servizio sanitario nazionale”, per dare la possibilità ai medici di medicina generale e agli specialisti di inserirlo in ricetta medica, così che le famiglie possano usufruire delle detrazioni fiscali.
La speranza è che, recuperando attraverso il 730 parte dell’investimento, le persone siano incentivate a impegnarsi in attività positive per la propria salute. Di pari passo è però fondamentale che le città e il governo promuovano un’urbanizzazione focalizzata sulla cura e sulla salute dei cittadini. Si deve sportivizzare le città così da garantire a tutti la possibilità di svolgere moto e attività fisica. Spesso sono proprio le barriere architettoniche come l’assenza di parchi o la cattiva illuminazione a rendere difficile una passeggiata o una corsa.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)