Sorprende, ma in positivo, uno dei dati contenuti dell’ultimo rapporto ‘I numeri del cancro’ realizzato dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), dall’Associazione Italiana Registri Tumori (Airtum), della Società Italiana di Anatomia Patologica e di Citologia Diagnostica, di Fondazione Aiom, PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) e PASSI d’Argento. Contrariamente a quanto si verifica per altre patologie (come melanoma, pancreas e polmone) e anche a quanto si stimava sulla base degli anni precedenti, il tumore al colon-retto è in diminuzione sia negli uomini che nelle donne. Nel 2020, i tassi di incidenza di questa neoplasia sono in diminuzione dell’11% rispetto allo scorso anno e di ben il 20% rispetto al picco del 2013. Tanto che gli oncologi parlano di un ‘caso colon-retto’.
A cosa è dovuto questo calo? “E’ sicuramente una conseguenza dell’adesione ai programmi di screening colo-rettali a cui si associa un ulteriore beneficio in prevenzione secondaria che consente una diagnosi in stadio più precoce e, quindi, una maggior sopravvivenza a cinque anni”, spiega Giordano Beretta, presidente nazionale Aiom e responsabile Oncologia Medica Humanitas Gavazzeni di Bergamo.
Ma a spiegare il ‘caso del colon-retto’ è anche l’efficacia dei trattamenti tant’è vero che la sopravvivenza a cinque anni è aumentata: “Siamo passati dal 52% degli anni ’90 al 65% attuale grazie alla prevenzione primaria ma anche per effetto del miglioramento dei trattamenti negli stadi più avanzati”, prosegue Beretta.
(Fonte: tratto dall'articolo)