Secondo uno studio italiano condotto dall’Università Statale di Milano, lo stretching è un'arma di prevenzione delle malattie cardiovascolari, come l’infarto e l’ictus.
I risultati sono così convincenti che gli autori suggeriscono di inserirlo nei protocolli di prevenzione e di riabilitazione di ictus, infarto, arresto cardiaco e diabete.
Lo stretching più efficace è quello passivo delle gambe e delle braccia.
I ricercatori in forza all’Università milanese hanno analizzato i dati di una quarantina di persone sane di entrambi i sessi. I volontari sono stati suddivisi in due: il primo gruppo non ha svolto alcun allungamento, mentre il secondo ha svolto allungamenti delle gambe 5 volte a settimana per 12 settimane. Successivamente il team di lavoro ha messo sotto esame l’effetto dell’allungamento sul flusso sanguigno.
I risultati sembrano non lasciare spazio a dubbi. Le arterie nella parte inferiore delle gambe e in quella superiore del braccio hanno un aumento della loro dilatazione e del flusso del sangue, quando sono stimolate con lo stretching. Le arterie risultano quindi meno rigide, con conseguenze positive sulla salute del nostro sistema cardiocircolatorio.
Nelle intenzioni dei ricercatori lo stretching potrebbe diventare una vera e propria terapia per migliorare la salute di cuore e vasi sanguigni anche nelle persone che non riescono a muoversi autonomamente. Lo stretching potrebbe anche essere svolto durante il ricovero in ospedale per rafforzare la salute cardiovascolare.
(Fonte: tratto dall'articolo)