L'obesità è un problema medico per molte persone, che risente di un forte stigma sociale e di pregiudizi. Non riuscire a dimagrire non è una scelta, ma la conseguenza di vari problemi, che spesso non dipendono da noi. Di conseguenza, a livello sociale le persone grasse vengono colpevolizzate facendole vergognare del proprio aspetto.
E' un fenomeno molto diffuso che comporta gravi conseguenze per le persone implicate, anche e soprattutto nella terza età.
Così un gruppo di esperti internazionali ha scritto un vero e proprio manifesto pubblicato su Nature Medicine.
I ricercatori lanciano l'allarme perché le persone obese, per vergogna, tendono a non sottoporsi agli esami clinici e ai regolari test di controllo. Un atteggiamento grave, soprattutto nei confronti degli screening tumorali, che provoca pericolosi ritardi nella diagnosi di cancro. Tra le donne, il tipo di tumori più spesso associati all'aumento di peso sono il seno e l'endometrio, mentre nell'uomo è il tumore del colon.
La discriminazione parte dalla scuola, ma accompagna le persone obese per tutta le vita, che per questo si colpevolizzano, trascurando le minime misure di protezione. Infatti sono anche ad alto rischio per lo sviluppo di disturbi ansioso-depressivo, oltre al diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari.
Gli autori del manifestano ricordano poi che, strette tra questi problemi, le persone mangiano di più e si muovono meno.
Per l'OMS l'obesità è l'epidemia non infettiva più diffusa dei nostri tempi, e riguarda 2,3 miliardi di persone nel mondo, di ogni età e in Italia una su dieci.
Viene anche stigmatizzata come "soluzione più facile" la chirurgia baruatrica, che spesso invece è l'unica possibile.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)