La spesa per pensioni rimarrà sopra la soglia del 16% almeno fino alla fine del decennio 2040, quando, secondo le previsioni, il rapporto tra il numero di pensioni e il numero di occupati raggiungerà il livello massimo del 94,2%. Il picco è previsto nel 2048. Poi il rapporto spesa/Pil comincerà a scendere perché non ci saranno più i nati nelle generazioni del baby boom e grazie all’adeguamento alla speranza di vita dei requisiti per la maturazione del diritto alla pensione.
Per vedere quanti lavoratori lasceranno il lavoro nei prossimi anni è stata formulata una stima, che ha preso in considerazione i lavoratori e le lavoratrici nati tra il 1954 e il 1979
Vengono considerate solo le future pensioni previdenziali (di vecchiaia e anticipate) e non le pensioni di reversibilità, di invalidità, assistenziali e indennitarie. I risultati ci dicono che tra il 2020 e il 2049 il numero di neo pensionati supera i 14,3 milioni, e alla fine del 2049 di questi pensionati più di 11 milioni sarebbero ancora in vita e prenderebbero la pensione.
Molto interessante anche i flussi di uscita dei boomers nei sei quinquenni considerati: nel primo intervallo (2020-2024) sono 200mila nuovi pensionamenti medi l’anno, per arrivare a 540mila uscite l’anno tra il 2030 e il 2034, con un picco di circa 618mila-613mila l’anno tra il 2030 e il 2044 per poi diminuire a 541mila l'anno tra il 2045-2049.
Un vero e proprio esodo che porterà a breve a grandi cambiamenti nel mercato del lavoro, poiché le coorti in ingresso sono molto meno numerose di quelle in uscita.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)