Spesso, quando si resta soli, l'unico contatto con la realtà diventano gli oggetti. Per questo ci si riempie la casa e non si butta più nulla.
Quintali di cianfrusaglie per colmare l'orrore dell'assenza di legami, di occupazione, di possibilità, che rendono invisibile la persona.
Vengono chiamati barboni domestici, perchè le loro case ricordano i cartoni e i carrelli di chi vive per strada, diventando "case tana".
Situazioni che con la pandemia e la conseguente mancanza di contatti sono diventate ancora più disastrose, con persone vulnerabili che tagliano i ponti con il resto del mondo. Infatti non è solo la difficoltà materiale a isolarli ma anche una fragilità psichica grave, patologie come disposofobia o sindrome di Diogene. Colpiscono soprattutto gli anziani, anche se la crisi sta facendo emergere anche casi di persone intorno ai 50 anni che si trovano adesso improvvisamente senza più lavoro e famiglia.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)