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Napoletano Angela

Londra, il caso delle Rsa

Avvenire, 26-08-2021, p.A8

È legge nel Regno Unito l’obbligo vaccinale del personale impiegato nelle case di riposo. Approvato a luglio alla Camera dei Comuni tra critiche e resistenze di una frangia di deputati conservatori, il provvedimento impone che medici, infermieri, addetti e volontari in servizio a vario titolo nelle strutture siano immunizzati con doppia dose entro l’11 novembre. La scadenza per ottenere la prima è fissata al 16 settembre, dunque tra poco più di due settimane sarà già possibile capire la portata del vuoto che gli scettici del vaccino lasceranno nelle residenze sanitarie. Il ministero della Salute ha stimato che, tra licenziamenti e dimissioni volontarie, possa venir meno una forza lavoro da 40mila persone (quasi 70mila nel peggiore degli scenari).

La stretta dell’esecutivo di Boris Johnson riguarda per adesso solo le case di riposo: solo qui, nelle strutture di lunga degenza per i pazienti più fragili, la pandemia ha causato sino ad oggi più di 30mila morti. La copertura vaccinale del Regno Unito è ormai molto alta: il 77,4% della popolazione adulta ha completato il ciclo di due dosi, l’88% è fermo alla prima, ma la curva pandemica non arretra.

La scelta di imporre l’obbligo vaccinale al personale delle Rsa deriva dalla necessità di mettere al sicuro la popolazione più fragile entro la fine dell’autunno, anche a costo di stressare la tenuta della rete. La politica del 'niente vaccino, niente lavoro' sta costringendo i gestori delle residenze sanitarie (6 su 10 secondo il Telegraph) a una 'moral suasion' sul personale che, allo scadere del tempo limite per l’adesione alla vaccinazione, potrebbe tradursi in lettere di licenziamento.

Diversi gli addetti che hanno giocato d’anticipo e, piuttosto che sottoporsi a immunizzazione, si sono già licenziati. I motivi che portano a una scelta così drastica, spiega l’associazione National Care, sono di tipo culturale oltre che scientifico. Le percentuali più elevate di rifiuto del vaccino si registrano tra le minoranze etniche oltre che tra le donne, preoccupate per gli effetti su gravidanza e fertilità. Dal punto di vista organizzativo, le conseguenze dell’obbligo vaccinale sulle Rsa potrebbero essere serie: in assenza di personale, avverte l’associazione Independent Care, alcune potrebbero essere costrette a ridurre drasticamente i servizi, a trasferirsi o addirittura a chiudere.

L’esodo del personale nel settore, va detto, è aggravato anche dagli effetti della Brexit che, da un lato, ha costretto molti addetti europei a tornare nei Paesi di origine, e dall’altro, ha complicato le procedure per l’assunzione dei non residenti. Una situazione che rischia di provocare danni da 100 milioni di sterline. A tamponare la situazione ci proveranno pensionati e volontari, solo se già vaccinati.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Autore (Cognome Nome)Napoletano Angela
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2021
PagineA8
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo2021-08-26
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
FonteAvvenire
Subtitolo in stampaAvvenire, 26-08-2021, p.A8
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
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Approfondimenti
Napoletano Angela
Attori
Parole chiave: Operatore socio-assistenziale e sanitario Residenza Sanitaria Assistenziale Vaccinazioni