Lo studio sull’ADI ha evidenziato che il trend dell'offerta di cure domiciliari agli anziani è in crescita (+0,2% rispetto al 2016) ma resta un privilegio per pochi e con forti disomogeneità. Solo il 3,2% degli over 65 residenti in Italia ne può usufruire. Le Aziende Sanitarie Locali coinvolte nello studio garantiscono agli anziani l'87% delle 31 prestazioni a più alta valenza clinico-assistenziale previste nei Lea. Questo dato varia fortemente a seconda delle aree del Paese; anche all'interno delle stesse Regioni. Variano le modalità di accesso al servizio, come ad esempio, in Lombardia, dove gli accessi all'ATS Milano sono pari a 41 mentre quelli all'ATS Montagna (provincia di Sondrio) si attestano a 8. Variano le prestazioni erogate, la natura pubblica o privata degli operatori e il costo pro capite dei servizi. Dati differenti anche per quanto riguarda le ore di assistenza erogate ad ogni singolo assistito: ad esempio, alla ASL Torino 5 le ore di assistenza previste nel PAI (Piano di Assistenza Individuale) sono 9, mentre nella ASL Roma 4 si arriva a 75. Ad un'ampia variabilità di assistiti e attività erogate corrispondono poi costi differenti per la singola presa in carico con spese che variano dai 543 euro della Ats Montagna (Lombardia) agli oltre 1000 euro della ASP Potenza (Basilicata). Tutto questo genera disuguaglianza non solo da Nord a Sud, ma anche nelle differenze di aspettativa di vita che si registrano nella stessa città. In un contesto così disomogeneo e di fronte al progressivo aumento della cronicità e dell'invecchiamento della popolazione, Milanese ha sottolineato come la cooperazione sia “uno strumento che, se utilizzato bene, permette di mettere insieme professionalità diverse al servizio dei cittadini”.