Si è tenuto il 9 maggio il Longevity Economy Forum 2023 organizzato da KPMG in collaborazione con Il Sole 24 Ore. Con un’aspettativa di vita media che supera gli 80 anni, infatti, l’Italia è uno dei Paesi più longevi al mondo. Non solo: il conseguente allungamento della fase attiva e produttiva nell’esistenza delle persone va a incidere sia sulla società che sull’economia e sul mercato nel quadro della cosiddetta Longevity Economy. “Non è certamente un problema che riguarda soltanto l’Italia. Ci sono Paesi anche molto vicini a noi, come la Francia, che se ne sono occupati già da qualche tempo e hanno trovato alcune strategie di bilanciamento”, ha aggiunto Tamburini, Direttore de Il Sole 24 Ore.
Il Longevity Economy Forum è stato anche l’occasione per presentare la ricerca KPMG-IPSOS “La longevità come driver per la creazione di valore socio-economico”, esposta da Giulio Carlo Dell’Amico. “Gli over 65 non si sentono anziani: stanno mediamente bene, hanno voglia ed energia da spendere e da mettere a disposizione del Paese”, ha esordito Dell’Amico introducendo la ricerca. I dati raccolti da KPMG-IPSOS, infatti, riguardano un campione di più di 800 persone tra i 60 e i 75 anni e oltre 400 tra i 18 e i 39. Ne è emerso come il 73% degli italiani tra i 60 e i 75 anni sia soddisfatto dell’esperienza lavorativa attuale o passata in termini di realizzazione, gratificazione e senso di sicurezza.
Le preoccupazioni sul futuro, invece, sono per il 70% legate alla sfera economica (con quesiti come “Riuscirò a mantenere la mia qualità di vita?” e “La pensione sarà adeguata al mio stile di vita?”), mentre nel 12% dei casi è legata alla qualità e quantità delle relazioni. Inoltre, più di un italiano su 3 tra i 60 e i 75 anni vuole continuare ad essere attivo dando un contributo al Paese. Questo dato è composto da un 18% degli intervistati che sostiene di voler continuare a lavorare, un 11% che vorrebbe trasformare passioni e hobby in attività lavorativa e un restante 5% che si dedicherebbe al volontariato.
Ai giovani tra i 18 e i 39 anni, invece, è stato chiesto un’opinione sui senior e il 79% riconosce una grande utilità delle loro competenze specialmente in ambiti come il problem solving, la gestione dello stress o di situazioni complesse e conflittuali. Uno su 3, invece, ha ancora percezione che il pensionamento favorisca l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Sulla base di questi dati è stato possibile individuare due importanti opportunità complementari in merito alla longevità. La prima legata alla longevity economy e a come soddisfare i bisogni di questa parte di popolazione in ambiti come previdenza, finanza, assistenza e cura, assicurazione, nutrizione, benessere, mondo dell’educazione (formazione permanente), mobilità e abitazioni. La seconda, invece, volta a creare un circolo virtuoso che impieghi l’energia dei senior che vogliono mettersi a disposizione e rendendoli sempre più attivi portando a un beneficio a livello di PIL e welfare.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)