Ormai molti, troppi di coloro che partecipano a comunità nazionali socialmente sviluppate e ricche, coltivano l’idea di una legittima aspettativa per poter fermare lo scorrere del tempo. La longevità è conquista della civiltà e quindi dovrebbe spettare di diritto a chi ne fa parte. Ciò fa nascere però dei problemi poiché la longevità è una conquista se diventa una risorsa, non se diventa un’emergenza e il presupposto di una destabilizzazione sociale. Ad esempio uno dei settori problematici è quello legato alla medicina estetica che cerca di cancellare i segni visibili della vecchiaia e che impegna il Sistema Sanitario Nazionale in questo tipo di ricerche anzichè su altri fronti. Altri problemi in Italia derivano dal mondo del lavoro, dove per occupare i giovani serve cacciare i "vecchi". Ma entrambe le categorie, visto che determinati lavori i giovani non sono disposti a farli, chiedono nuove braccia, senza pensare che arrivano persone, con la loro storia e la loro cultura diversa. La vecchiaia viene legata ad un concetto di “rottamazione”, dove la cultura moderna vede la vecchiaia come un inutile stato deteriore, e non, come era in precedenza, come un presupposto di saggezza, e di conseguenza nessuno accetta di farsi etichettare come vecchio. E di questo approfitta il marketing dell’invecchiamento. Invece nell’invecchiamento bisogna includere, come filosofia di vita, la morte fisiologica. «L’anziano deve credere in sé stesso, nella sua normalità» (Vergani). È solo così che si possono temperare le lacerazioni del tessuto sociale, prodotte da malattie come l’Alzheimer. La crescente individuazione di nuove malattie e la maggiore conoscenza incrocia il declino della nostra società e rende evidente l’attuale mancanza di socialità nella morte, nella malattia e nella vecchiaia. L’arrivo di nuovi farmaci richiede un intervento non solo sui prezzi, ma che deve coinvolgere l’intera società. La rimozione di morte, malattie e vecchiaia spinge a rafforzare rafforzare il divario tra l’Occidente, dove «tutti i vecchi vogliono essere giovani» e il Terzo Mondo dove «tutti i giovani vorrebbero diventare vecchi».
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)