Già negli ultimi anni del Novecento erano evidenti in Italia i segni di una “nuova transizione sanitaria”. Oggi si è aperto il fronte della assistenza alla non autosufficienza anziana. Nell’arco di un quarto di secolo, tra il 1981 e il 2006, la popolazione genericamente anziana (over 65) è cresciuta ‘solo’ del 50% mentre la popolazione over 75 è raddoppiata. Gli over85 sono triplicati passando da 448.000 a 1.247.000. Il baricentro della popolazione si sposta più in alto. Il peso degli over 80 UE sale dall’1,6% (1960) al 4% (2000, crescita annua del 3% circa sui 40 anni), al 5,6% (previsione Eurostat 2020). E’ già alle porte un ulteriore spostamento verso gliultranovantenni. Tra 1996 e 2006 in Italia crescono da 250 a 500.000 circa, con un tasso annuo del 7,1%. Tra 2010 e 2020 la crescita proseguirà con lo stesso ritmo (6,93%), per poi rallentare. Al 2030 avremo 1,3 milioni di novantenni. Una crescente disabilità richiede un crescente accudimento.Ma a carico di chi? Non è Enea a portare sulle spalle Anchise. L’accudimento grava su spalle di caregiver donne, in genere (case di riposo e badanti a parte) figlie cinquantenni degli anziani stessi. Il che collide con gli obiettivi di Lisbona 2000 e Stoccolma 2001, sui tassi di occupazione al 2010.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)