Il Ministero della Salute spagnolo ha deciso di non includere le case di cura nel suo programma di somministrazione della terza dose. In risposta cinque comunità – Castilla-la Mancha, Andalusia, Aragon, Valencia e La Rioja – hanno chiesto, per ora invano, di rafforzare la vaccinazione della popolazione anziana. È possibile però che venga presa in considerazione la possibilità di fornire una dose aggiuntiva come misura precauzionale agli anziani fragili, in particolare a quelli che vivono in ambienti chiusi (ad esempio i residenti delle strutture di assistenza a lungo termine). Anche considerando che i contagi si sono moltiplicati di oltre il 4.000% dall'inizio dell'estate.
Secondo i dati raccolti dall'Imserso, se nell'ultima settimana di giugno sono stati segnalati in totale 25 contagi nelle residenze, nell'ultima settimana di agosto (ultima data per cui sono disponibili i dati) ne sono stati segnalati ben 1.053. È vero che grazie alla protezione dei vaccini, i decessi non sono cresciuti allo stesso ritmo delle ondate precedenti. Ma c'è un rimbalzo.
La curva dei decessi nelle residenze ha iniziato a crescere nella settimana del 17 luglio, in coincidenza con i momenti più duri della quinta ondata, quando la Spagna ha registrato un’incidenza pari a 500 casi ogni 100.000 abitanti. Poi, i deceduti sono passati dai 7 della settimana del 12 luglio ai 37 della settimana successiva. Da lì la pendenza è notevolmente aumentata. Il picco dei decessi è stato registrato il 9 agosto, con 164. Nelle due settimane successive sono stati segnalati 153 e 127.
È molto probabile che la minore risposta umorale e cellulare degli over 65 ai vaccini insieme con la loro minore durata renda necessario rivalutare la posizione del governo.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)