Il regista ha passato un anno intero in provincia di Grosseto, seguendo ogni giorno da vicino due fratelli, Brunello e Lorello Biondi, due gemelli oggi cinquantenni che vivono lì da sempre, dediti al lavoro nei campi e all'allevamento delle pecore e dei maiali senza mai avere un giorno di pausa. Quel che ne è venuto fuori è "Lorello e Brunello",un documentario presentato, in anteprima, alla 35esima edizione del Festival del Cinema di Torino. Un omaggio a quella terra e a quel lavoro così faticoso e poco redditizio, ma anche al tempo, alla morte e alla solitudine. Sono due argonauti sopravvissuti allo spopolamento delle campagne, a un mondo ribaltato. Nei pochissimi momenti di pausa, mangiano in cucina guardando la tv che in casa è sempre accesa, ascoltano la radio. A volte vanno al bar del paese e altre giocano a morra, ma quasi ogni giorno fanno visita a Wilma, un'anziana vicina che vorrebbe ribellarsi a tutta quella miseria. Non dimenticano mai di salutare ed ascoltare Ultimina. Ha più di ottant'anni ed è vedova da dieci, li ha visti nascere come tanti altri uomini e donne del posto e anche lei non è mai riuscita ad andarsene. Anche lei si lamenta, ma anche lei resiste.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)