Almeno lo è stato per Annamaria Tiozzi, signora di 89 anni che abita ad Arizzano, sulle colline del Verbano. Alcuni giorni fa ha potuto testare sulla propria pelle la funzionalità dello «smartwatch», il dispositivo che il figlio Antonello, appassionato di tecnologia, si era regalato per Natale. La donna era rimasta sola in casa per qualche ora. Il resto dei componenti della famiglia era uscito per una passeggiata; al rientro l’avevano trovata sveglia, seduta sulla sua poltrona preferita, ma con il fiato corto e le vertigini. Dalle spie comparse sul display il figlio aveva notato che c’era qualcosa che non andava con le pulsazioni: erano davvero troppo basse, appena 35 al minuto. A quel punto gli è venuta in mente la comunicazione ricevuta qualche giorno primo da Apple, che lo informava dell’attivazione della funzione «elettrocardiogramma» sullo smartwatch.
«Il dispositivo era nato anche per quello, ma poi la mancanza di certificazione da parte delle autorità sanitarie europee l’avevano bloccato. Da poco era stata abilitata - spiega il figlio della quasi novantenne -, così l’ho utilizzata per la mamma. Con il rilevamento si è subita accesa una scritta che avvertiva di chiamare immediatamente i soccorsi e così abbiamo fatto, telefonando al 118». Nell’abitazione di Arizzano è arrivata un’ambulanza con il medico.
Un elettrocardiogramma professionale e più attendibile ha confermato quanto riscontrato dall’orologio intelligente: era in corso una fibrillazione che all’anziana stava provocando un importante scompenso cardiaco. La paziente è stata stabilizzata all’unità di terapia intensiva cardiologica dell’ospedale di Verbania. E’ stata poi trasferita a Domodossola dove le è stato inserito un pacemaker.
(Fonte: tratto dall'articolo)