L'iniziativa, con l'aiuto delle tecnologie telematiche, ha fatto incontrare persone con Parkinson da Italia e Gran Bretagna dando vita ad una sessione di "Question Time" nella quale illustri clinici, specialisti, operatori e malati dei due Paesi si sono confrontati, anche in questa fase di emergenza da Coronavirus, per mantenere viva l'attenzione sulla malattia.
La sessione interattiva internazionale ha tratto il tema "Terapie future per il Parkinson".
Al progetto hanno partecipato ottanta pazienti, equamente divisi tra i due paesi, nonché illustri clinici di Italia, Regno Unito e Spagna. "Un'esperienza entusiasmante - l'ha definita Nicola Modugno, Responsabile del Centro Parkinson Neuromed di Pozzilli (Isernia) - che ha coinvolto pazienti e clinici, con un rapporto diretto di domande e risposte... un'operazione culturale molto vasta, nella quale non si parla, unicamente, di patologia, farmaci e terapie... un nuovo modo di vedere il rapporto medico-paziente.
Nel corso dell'incontro non si parlato solo di patologia, ma dell'importanza di instaurare e consolidare i rapporti umani". Si sta formando, infatti, un gruppo specifico di care-giver che avranno le loro sessioni telematiche con psicoterapeuti delineate "Un momento per me". Infine, una sessione chiamata "Exchange" permetterà ai pazienti italiani ed inglesi di insegnarsi, a vicenda, la propria lingua. L'esperimento è stato curato dal Centro per lo Studio e la Cura della Malattia di Parkinson del'I.R.C.C.S. di Pozzilli (Isernia) in collaborazione con l'associazione ParkinZone.
(Fonte: tratto dall'articolo)