Secondo le stime dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat), nel 2014, il numero di persone con 65 anni o più ammontava a circa 13 milioni (il 21,4 % della popolazione italiana). I dati del Rapporto Annuale del Ministero della Salute ci dicono che, nel 2000, la popolazione anziana determinava il 37% dei ricoveri ospedalieri “per acuti”. Considerando i dati delle dimissioni ospedaliere relativi al 2014, queste percentuali sono aumentate in misura considerevole, così da raggiungere all’incirca il 42%. Per ciò che concerne il genere si osserva che, nelle età anziane, il ricorso al ricovero ospedaliero ordinario, nella popolazione maschile, è risultato di circa il 35 % superiore rispetto a quello femminile. L’analisi del trend mette chiaramente in evidenza una costante e generale riduzione dei tassi di ospedalizzazione: difatti, rispetto al 2000, il valore più recente dell’indicatore, in regime ordinario e per entrambi i sessi, ha subito una diminuzione all’incirca del 40 %. Questo processo di deospedalizzazione è stato più forte con riguardo ai pazienti in età da 65 a 74 anni. La transizione dai ricoveri in degenza ordinaria a quelli in day hospital negli anni più recenti trova in parte spiegazione nell’attuale tendenza a trasferire alcuni interventi chirurgici, quali ad esempio la cataratta oculistica e il “tunnel carpale”,dall ’ospedale all’ambulatorio .Si nota pure, in relazione al regime diurno, che la contrazione più forte (circa il 41%) è da attribuire ai pazienti ultra-settantacinquenni di sesso femminile. L’esame delle differenti forme morbose, mostra come la frequenza di alcune patologie aumenta in misura sensibile al crescere dell’età, mentre ciò non si riscontra in relazione ad altre forme morbose. Tra le malattie di natura cronico-degenerativa, si osserva una crescita, nelle età più avanzate, soprattutto per le patologie del sistema circolatorio.
(Sintesi redatta da: Antonella Carrino)