Anche in Italia si sta sviluppando il concetto di cohousing. Questa nuova forma di condivisione, che sta costringendo gli architetti a rivedere le concezioni di living tradizionali, arriva come antidoto della solitudine degli anziani, creando uno spazio di coabitazione.
Chiacchierano, coltivano i propri hobby, raccontano aneddoti della propria gioventù, e soprattutto si “fanno compagnia”, ascoltati dai più giovani e da quelli che ormai considerano dei veri e propri familiari nonostante non ci sia alcun vincolo di parentela. Una convivenza che abbatte i costi, ma anche la solitudine ed i rischi legati alla terza età, come le truffe e gli incidenti domestici. Inoltre, gli anziani sono dotati (se richiesto dai familiari) anche di gps per poter essere rintracciati, se fuori casa, in caso di perdita di senso dell’orientamento. Esempio di esperienza italiana è quella di Acerra in provincia di Napoli, dove in un appartamento gli anziani convivono sotto la supervisione di operatori socio-sanitari, una cuoca ed uno psicologa che li aiutano nella coabitazione. In questo caso, nessuno indossa un camice e si rivolgono agli ospiti chiamandoli “nonni”, in modo da farli stare a proprio agio in un ambiente nuovo.
(Sintesi redatta da: De Felicis Dario)