In un anno, su impulso del governo Renzi, il Parlamento rende il divorzio facile e breve: col consenso dei coniugi, oggi è più semplice rescindere il patto col partner che un contratto di telefonia. Una legge approvata a ottobre 2014, sempre col consenso dei coniugi e pur in presenza di figli minori, fa fare a meno del presidente del tribunale o di un giudice suo delegato per pronunciare il divorzio: è sufficiente un verbale redatto alla presenza di due avvocati, ovvero una doppia comparizione davanti a un impiegato comunale. A marzo 2015 fra separazione e divorzio non è più necessario lasciar trascorrere tre anni, basta un anno (sei mesi se la separazione è consensuale). La gestione della crisi matrimoniale è così privatizzata – quindi contiene elementi di minore responsabilizzazione – e velocizzata. Vi è un dato sul quale val la pena soffermarsi: il 20 per cento dei divorzi cosiddetti brevi interessa coppie over 65. I nostri nonni erano modelli anche perché il loro essere uniti fino alla morte dopo una vita più complicata di quella attuale dava speranza a chi progettava la propria; i loro coetanei di cinquant’anni dopo preferiscono invece costruire una nuova esistenza.
(Fonte: tratto dall'articolo)