Non siamo un Paese per vecchi. Siamo un Paese di vecchi in parcheggio e di famiglie che navigano a vista. Quando l’autonomia vacilla e la solitudine aggrava i problemi c’è una meta che diventa obbligata per trecentomila di loro: residenza sanitaria assistita. Luogo, albergo, villa (arzilla o azzurra che sia) per chiudere fuori dalla porta il mondo di ieri diventato ingestibile, condizionato da solitudine e patologie invalidanti. Si dovrebbe cambiare e correggere un approccio di tipo ospedaliero che mal si adatta a quel concetto di longevità attiva che rappresenta il modo nuovo di concepire l’anzianitudine: non solo come costo ma come risorsa. La costanza di rapporti, la rete sociale, lo stile di vita e la comunità possono garantire scenari da healthy aging, longevità sana, meno onerosa per famiglie e sanità pubblica. Gli anziani (attenti alla definizione, questa è la stagione dei giovani vecchi) sono in Italia 16 milioni: assorbono più della metà della spesa sanitaria, sei su dieci sono portatori di una o più malattie croniche. La deriva assistenzialista ha fatto di loro un mercato le cui storture vanno corrette.
(Fonte: tratto dall'articolo)