Dopo 25 anni, 123 sperimentazioni di farmaci, 100mila articoli scientifici non si riescono ancora a identificare le cause dell’Alzheimer. Si sta arrivando alla conclusione che le placche di proteina beta-amiloide e i grovigli di proteina tau identificate nei cervelli dei malati negli anni '90 non sono tra le cause scatenanti la malattia. Nessuno dei farmaci capaci di sciogliere questi grumi si è mai dimostrato efficace contro i sintomi dell'Alzheimer. Le ricerche stanno quindi battendo nuove strade. Lo studio finlandese “Finger”, pubblicato a marzo 2015 su Lancet Neurology ha studiato 1.200 anziani, metà ha seguito un regime di dieta, esercizio fisico e allenamento della memoria, gli altri si sono comportati liberamente. Il secondo gruppo dopo due anni ha dimostrato di avere il 31% di rischio in più di demenza. Peso e pressione sanguigna, salute del cuore, metabolismo e diabete potrebbero rivelarsi attori importanti per invecchiare bene in generale e per prevenire l’Alzheimer.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)