In Cina, a Chenchun, una donna di 64 anni ha dato alla luce un secondo figlio dopo la morte del primogenito. La sua maternità ha avuto il plauso delle autorità che hanno segnalato questa scelta realizzata con l’inseminazione artificiale. La vicenda apre prospettive e interrogativi inediti per la demografia cinese, che il governo sta cercando di rilanciare per alimentare la crescita economica. Anche perché le famiglie che hanno perso l’unico figlio che la legge concedeva loro fino al 2015 (famiglie shidu in mandarino) sono ora simbolo del fallimento della politica repressiva ultra-trentennale e un peso economico. Sono circa un milione le shidu riconosciute ufficialmente ed hanno diritto per legge ad un indennizzo mensile, insufficiente per la maggior parte sia per l’assistenza che avrebbero ricevuto, secondo i dettami del confucianesimo, da un figlio maschio che per il supporto sul piano psicologico. Nel frattempo le autorità stanno cercando una forma assicurativa che copra il rischio decesso per coppie con figli unici in giovane età.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)