In una abbazia vicino Poitiers, in Francia, sono stati realizzati dei test clinici senza autorizzazione sanitaria su oltre 350 pazienti-cavie, per lo più malati di Alzheimer, Parkinson e altre patologie neurologiche. L’abbazia fa parte della comunità Fonds Josefa che vede tra i suoi membri il professor Henri Joyeux, inviso alla comunità scientifica per le sue posizioni anti-vaccini. Pare che i pazienti venissero ricoverati di sera, e gli venivano applicati dei cerotti contenenti due molecole, “valentonine” e “6-méthoxy-harmalan”, che potrebbero risultare utili nel trattamento di malattie neurologiche. I fatti sono emersi durante un controllo di routine dell’Agenzia francese del farmaco (Ansm) in alcuni laboratori. La ministra della Salute, Agnès Buzyn, si è detta inorridita del fatto ed ha annunciato che la priorità è di conoscere lo stato di salute delle persone subito le sperimentazioni e di accertarsi che abbiano ripreso le cure, in particolare quelle anti-Parkinson. Questo perché ai pazienti- cavie veniva anche richiesto di non informare il medico dei test che subivano. Joyeux si difende assicurando che quanto accaduto «non c’entra nulla con un test clinico». Sul sito web della comunità, il fondatore, il professor Jean-Bernard Fourtillan rivendica la paternità della “valentonine”, spiegando che per lui «protegge il nostro organismo e garantisce la regolazione della vita psichica e vegetativa », ma l’Ansm ribatte che non se ne conoscono gli effetti e che quindi «un rischio per la salute dei partecipanti non può essere escluso».
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)