Sono 30 i braccialetti che daranno il via, anche in provincia di Grosseto, all’innovativo servizio di assistenza sanitaria da remoto della Asl Toscana sud est, per i malati Covid, partito da qualche giorno su Arezzo.
I dispositivi saranno distribuiti a pazienti positivi, in isolamento domiciliare, in condizioni di maggiore solitudine, perché anziani o residenti in zone isolate, con quadro clinico più severo in relazione a particolari fattori, tra cui l’ossigenazione del sangue, ma non tale da richiedere il ricovero in ospedale.
Il servizio è gestito dai professionisti del 118, con il coordinamento sulle tre province della Sud est del Dipartimento di Emergenza Urgenza che, in sinergia con gli operatori delle Usca avranno, in tempo reale e costantemente monitorate, le condizioni di salute dei pazienti con il braccialetto e potranno così modulare e programmare interventi ad hoc in maniera più veloce e mirata.
I dispositivi, monouso e attivi h24 per dieci giorni, inviano ogni 5 minuti a 118 e Usca i parametri essenziali: ossigenazione, frequenza cardiaca, indice di qualità del segnale della saturi-metria e temperatura corporea. Le risposte terapeutiche sono diversificate in tre programmi di cura: uno standard, uno per gli over 75, uno per chi è affetto da BPCO – bronco-pneumopatia cronica ostruttiva.
Il braccialetto viene applicato dall’Usca o dai medici dell’automedica e dei mezzi attrezzati del 118. Questa tecnologia consente al paziente, anche se visitato solo presso il proprio domicilio (in regime ordinario da Usca o in urgenza dal 118) e senza accesso al pronto soccorso, di ricevere assistenza e presa in carico di ottimo livello. Ogni assistito dovrà avere uno smartphone per rispondere alle eventuali domande dei medici, anche tramite messaggi Whatsapp. Se la persona non è in grado di farlo, il 118, in caso di problemi, non la contatterà tramite telefono, ma invierà direttamente il medico a casa.
Il monitoraggio è fatto in automatico dal sistema: nel momento in cui rileva un trend negativo, allerta la Centrale che contatterà il paziente e valuterà la situazione. Con un questionario predefinito al paziente, saranno rilevate situazioni di allarme (incapacità di alzarsi, malessere particolare, mancata assunzione di terapia, ecc.)".
Con questo progetto - spiega Massimo Mandò – direttore Dipartimento Emergenza-Urgenza – vogliamo essere più vicini e più presenti. Sapere di essere sempre monitorati da professionisti sanitari, stando a casa e con gli stessi standard di controllo che avrebbero, se fossero in ospedale, è motivo di sicurezza e tranquillità per i pazienti che aderiranno anche meglio alla cura”.
(Fonte: tratto dall'articolo)