Si può ricostruire la propria vita come se si trattasse di un processo o, meglio ancora, di un'accusa lanciata da uno sconosciuto? Come in un dialogo con sé stesso, l'autore ricorda i primi anni vissuti a Parigi e il trasferimento della famiglia in Baviera per seguire il padre diplomatico; racconta la storia della sua famiglia, da semplici artigiani a consiglieri reali e a ricchi marchesi; parla delle passeggiate da adolescente alla pinacoteca di Monaco e alle feste della salsiccia con la tata Lala, delle fughe nei boschi con Mederer, l'autista di suo padre. È un fiume in piena, d'Ormesson, che non scorda niente e ci travolge di ricordi e di aneddoti: i castelli dove ha vissuto e i Grand Hotel in cui è stato ospite; il galateo e il lessico famigliare pretesi dal suo ceto sociale, il silenzio rispettoso di fronte a suo padre; gli anni trascorsi in Romania e poi in Brasile; l'amore per Oscar Wilde e il rifiuto sdegnoso di Sartre; la preoccupazione verso il nazionalsocialismo di Hitler; l'approdo alla politica e alle lettere, fino al giorno in cui divenne il più giovane di sempre (a soli 48 anni) a essere eletto alla Académie française.
(Fonte: https://www.libroco.it/dl/-Jean-D-Ormesson/Neri-Pozza-Editore/9788854513983/Malgrado-tutto-direi-che-questa-vita-e-stata-bella/cw107443238756670.html)