Gli errori degli anziani a tavola sono tanti, ma non se ne parla quasi mai. Ma i numeri diffusi dall’Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica (ADI), al convegno di Federanziani, raccontano di 9,4 milioni “nonni” alle prese con una carenza di vitamina D; 1,9 milioni a rischio malnutrizione; 1,8 milioni obesi e altrettanti quelli con sarcopenia (riduzione progressiva della massa muscolare magra connessa all’invecchiamento e alla sedentarietà). La vitamina D, che si trova nei pesci (salmone, sgombro, trota o pesce spada, presente pure nelle uova e nel latte) quando è insufficiente aumenta il rischio di mortalità del 56% ed è connessa a osteoporosi, ipertensione, cancro e patologie autoimmuni. Secondo la Società Italiana di Gerontologia un anziano su cinque soffre di malnutrizione, sia per motivi economici ma anche di masticamento (due milioni di anziani avrebbero bisogno dell’intervento dell’odontoiatra, stando ai geriatri). Malnutrizione anche quella degli anziani obesi che per fare economia mangiano cibo spazzatura. La soluzione è una piramide alimentare adattata alla terza età: buona idratazione con acqua e una giusta componente proteica, soprattutto legumi e pesce, cibi ricchi di calcio e vitamina D, verdura e frutta ad ogni pasto e no alla vita sedentaria.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)