Un articolo dello University College di Londra, pubblicato su JAMA Oncology, suggerisce di cambiare i criteri per effettuare gli screening mammografici. Propone di sostituire, a quelli basati sull’età, gli screening mirati alle pazienti a più elevato rischio di cancro della mammella. Per gli studiosi, si avrebbero dei benefici netti in termini di riduzione di costi e riduzione delle diagnosi in eccesso (e di cure inutili). In uno studio di costo-efficacia, gli autori hanno utilizzato un modello di tabella di vita di una ipotetica coorte inglese di 364.500 donne cinquantenni, seguite fino agli 85 anni. Hanno utilizzato i risultati dell’Independent UK Panel on Breast Cancer Screening e la distribuzione del rischio basata sul profilo di rischio poligenico. In particolare, gli autori dello studio hanno calcolato che per ogni 10.000 donne di 50 anni sottoposte a screening mammografico secondo il criterio dell’età, per i prossimi 20 anni in Gran Bretagna si eviterebbero 52 morti per cancro della mammella ma si andrebbero a sovra-diagnosticare, con la stessa patologia, 105 pazienti.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)