La Missione 6 Salute del PNRR, ovvero “Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale”, afferma l’intento di potenziare il SSN allineando i servizi ai bisogni delle comunità e dei pazienti e rafforzando le strutture e i servizi sanitari di prossimità e domiciliari mediante la realizzazione delle Case della Comunità quale punto di riferimento continuativo e di accesso principale per la popolazione. Inoltre, si considera la “casa come primo luogo di cura” (p. 228, PNRR) e il conseguente potenziamento dei servizi domiciliari quale obiettivo fondamentale per aumentare le prestazioni assistenziali, specie per la popolazione anziana e con patologie croniche e/o non autosufficiente.
Si tratta di portare le cure presso il paziente anziché il contrario. In questa direzione, la “sanità di prossimità”, basata su di un approccio proattivo al paziente per la prevenzione e promozione della salute con particolare riguardo alla presa in carico delle persone più fragili, costituisce un salto di qualità nella direzione di un riorientamento delle cure che possono essere erogate direttamente presso il domicilio o in strutture di prossimità, riducendo anche considerevolmente accessi impropri al Pronto Soccorso e spesso inutili pellegrinaggi da una struttura all’altra.
Il Manifesto per una Salute di Prossimità riassunto nelle pagine dell'articolo, rappresenta uno strumento indirizzato a promuovere un cambiamento culturale ed organizzativo e rappresenta il risultato di un percorso metodologico collettivo, (da giugno 2021 a maggio 2022), elaborato dal Gruppo Welfare Responsabile Salute. Il modello intende quindi individuare gli attori coinvolti e i relativi servizi e strumenti analizzando le soluzioni di prossimità: le reti domiciliari Reti territoriali Reti semi-residenziali Reti residenziali. Chiede però a istituzioni e società una nuova visione centrata su un cambio di paradigma che richiede, per trovare realizzazione, non semplicemente nuove strutture e nuove tecnologie ma anche maggiori risorse, sia in termini di personale aggiuntivo sia in termini di formazione e competenze che ad oggi non esistono.
Elementi, peraltro, tutti necessari e già presenti nel PNRR, ma del tutto insufficienti se non troveranno nella valorizzazione delle risorse umane il loro indispensabile complemento. È dunque necessaria una strategia di azione centrata sulle risorse umane quale priorità fondamentale attraverso percorsi formativi innovativi solidamente fondati sui risultati della ricerca e strettamente finalizzati alla loro ricaduta operativa: percorsi di formazione e intervento che costruiscano il cambiamento culturale fondamentale.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)