Il Manifesto del titolo rappresenta il risultato di un percorso metodologico collettivo, durato 12 mesi (da giugno2021 a maggio 2022), elaborato dal Gruppo WelfareResponsabile Salute e realizzato da un gruppo di lavoro composto dagli autori del presente contributo. Il modello di salute di prossimità parte dalla centralità della persona e individua quattro livelli fondamentali. Il primo è la casa: l’obiettivo dell’assistenza domiciliare è creare le condizioni affinché le persone possano rimanere nel loro ambiente domestico il più a lungo possibile, nonostante l’età e le malattie.
Oltre alla persona destinataria delle cure, la rete domiciliare vede coinvolti a livello informale anche altri attori, quali i componenti della famiglia e le/gli assistenti familiari in grado di operare nel ruolo di caregiver. Accanto e a supporto-integrazione di tali attori, nel caso di soggetti fragili, intervengono le reti formali attivate dal Distretto e/o dalla Casa della Comunità (ADI, telemedicina, ICT, UCA, cure palliative) e dal Comune di residenza (SAD). Il secondo livello, che interagisce col precedente, sono le reti territoriali che intervengono nelle cure primarie oltre che a domicilio, anche nella sede indicata nel PNRR: la Casa della Comunità nella quale deve però operare un team di operatori e specialisti.
La Casa dovrebbe integrarsi anche con le reti informali: associazioni di volontariato o gruppi di mutuo aiuto. Importante il ruolo delle farmacie di comunità multiservizi. Il terzo livello delle reti di prossimità sono le reti semi-residenziali con la funzione fondamentale di favorire il mantenimento o il recupero delle capacità psicofisiche residue in particolare dei soggetti fragili e non o parzialmente autosufficienti, per consentirne la permanenza al domicilio in alternativa alla istituzionalizzazione, supportando il nucleo familiare. Il quarto livello è rappresentato dalle cure intermedie, il cui presidio, come previsto dal PNRR, è l’Ospedale di comunità, a gestione prevalentemente infermieristica, che opera quale snodo tra territorio e ospedale per acuti e di riabilitazione intensiva.
Esso ospita per ricoveri brevi pazienti dimessi dopo la fase di acuzie o di riacutizzazione non ancora in grado di rientrare al domicilio. Nei casi poi in cui tale rientro risulti impraticabile, Case protette e Residenze Sanitarie Assistite (RSA) costituiscono i due presidi differenziati per livelli di intensità assistenziale alternativi al domicilio e in grado di offrire le cure necessarie concepiti come raccordo fra il domicilio dell’anziano e l’Ospedale di Comunità. Per i soggetti impossibilitati a rientrare a domicilio ma autosufficienti, sono previste varie forme di co-housing e residenzialità leggera.
Il Manifesto richiede una nuova visione centrata su un cambio di paradigma che richiede, non semplicemente nuove strutture e nuove tecnologie ma anche maggiori risorse, sia in termini di personale aggiuntivo sia in termini di formazione e competenze che ad oggi non esistono. Elementi già presenti nel PNRR, ma del tutto insufficienti se non troveranno nella valorizzazione delle risorse umane il loro indispensabile complemento. Le maggiori risorse ad esse destinate sarebbero peraltro ampiamente controbilanciate dai risparmi derivanti da ospedalizzazioni e istituzionalizzazioni improprie.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)