Generazioni e generazioni di bisnonni, nonni, padri, figli e nipoti che si svegliano prestissimo, assaporando quella meravigliosa quiete e invidiando anche un po’ i dormiglioni: non può essere un caso che le "morning person" (persone mattiniere) spesso generino mattinieri che a loro volta genereranno mattinieri e via.
La società di Mountain View 23andMe sostenuta da Google, dopo un’analisi realizzata sul Dna di un campione di 89.283 persone precedentemente intervistate, ha individuato ben 15 varianti genetiche associate al fatto di essere un "gufo" o un’"allodola". Inoltre secondo l’analisi, sette di queste sequenze genetiche sarebbero posizionate vicino ai geni coinvolti nel ritmo circadiano.
Il dottor Lino Nobili, del Centro di Medicina del Sonno di Milano, definisce l’analisi di 23andMe un’ulteriore conferma di quanto si sapeva già: “Lo studio fornisce maggiori dettagli a una cosa ormai nota alla medicina del sonno: se siamo un gufo o un’allodola è scritto nel patrimonio genetico. Dalle risposte raccolte dalla 23andMe emerge inoltre che la maggioranza delle persone (circa il 60 per cento) appartiene alla categoria dei gufi. È poi abbastanza naturale che con l’avanzare dell’età la sveglia biologica tenda ad anticipare poiché, con l’età ci si uniforma e si perde la forza del ritmo circadiano, tornando in qualche modo allo stadio neonatale, fatto di tanti riposini e non di un sonno prolungato.
Insomma molti gufi in età senile diventeranno allodole, loro malgrado. Ma mai viceversa.
(Fonte: tratto dall'articolo)