Gli anziani, spesso, hanno difficoltà di deglutizione così sta diventando diffusa la pratica di spezzare o addirittura triturare le medicine e assumerle col cibo. La SIGG (Società italiana di gerontologia e Geriatria ) stima che quattro anziani su dieci hanno l’abitudine di “tagliare” le pillole e uno su cinque le camuffa nei cibi. Non è una buona idea e può rivelarsi decisamente pericolosa perché, così facendo ( anche con il taglia-pillole), si altera la quantità di farmaco assunta e lo scostamento è di almeno il 15% rispetto alla prescrizione. Il primo rischio è quello di sotto o sovradosare l'efficacia della terapia. Ci sono poi altri effetti collaterali; se il medicinale ha una finestra terapeutica stretta o è tossico a dosaggi che si discostano, anche di poco, da quelli necessari, il pericolo di eventi avversi gravi è concreto. Far rivedere o richiedere al medico formulazioni diverse può ridurre fino al 70% la necessità di spezzare le compresse. Secondo i dati raccolti dalla Sigg, la pratica di alterare i farmaci è un'abitudine diffusa soprattutto nelle residenze assistenziali sanitarie, perché molti pazienti non riescono a deglutire a causa di demenza o ictus.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)