Allo scienziato tedesco Guido Kroemer va il merito di aver scoperto la relazione tra restrizione calorica e autofagia, un processo strettamente correlato alla longevità. L’autofagia è il complesso meccanismo cellulare che porta all’eliminazione e al riciclo di molte componenti all’interno del nostro corpo. Tale processo è finemente regolato da diversi geni.
Quando tutto funziona, l’autofagia in condizioni avverse garantisce alle cellule sia un rapido combustibile sia la materia prima – derivante dal riciclo degli scarti – per «costruire» nuove strutture. L’autofagia è inoltre fondamentale nella risposta all’attacco di agenti esterni, come batteri e virus. Senza di essa, la cellula sarebbe invasa da rifiuti. Quando, per svariate ragioni, il meccanismo è alterato, le cellule vanno incontro a molti disturbi.
Diversi studi indicano, infatti, che patologie quali Parkinson, diabete e cancro possono derivare anche dal mancato funzionamento di questo complesso apparato. Non solo, diverse malattie genetiche rare, sono associate a mutazioni di quei geni che regolano il processo di autofagia. Con il passare dell’età questo meccanismo lentamente perde di efficacia ed è così che nelle cellule si accumulano sempre più “rifiuti” portando al progressivo danno da invecchiamento. Ecco perché l’autofagia è un fattore fondamentale per la longevità. Ed è qui che entra in gioco la scoperta di Kroemer. Tra i vari fattori che influenzano questo processo c’è, infatti, la restrizione calorica. Lo scienziato tedesco è stato il primo ad individuare che un ridotto apporto calorico è in grado di stimolare il processo di autofagia. Meno calorie, più longevità. Si tratta di "ingannare la cellula" con sostanze naturali o farmacologiche capaci di indurre artificialmente l’autofagia.
Una di queste, la spermidina, una poliamina naturalmente contenuta nel cibo, si è dimostrata efficacia nell’indurre questo processo. Una scoperta che pone le basi per il futuro sviluppo di farmaci in grado di rallentare il processo di invecchiamento. Quanto ottenuto da Kroemer però non impatterà solamente sulla longevità: l’autofagia, è stato dimostrato, può proteggere le cellule dalla tossicità della chemioterapia. Da qui la nascita di diversi studi volti a testare la restrizione calorica in abbinamento alle terapie anti-cancro.
(Fonte: tratto dall'articolo)