Secondo uno studio americano condotto tra il 1988 e il 2015, le possibilità di soffrire di demenza senile si sono abbassate del 13%. E per l’Alzheimer, addirittura il 16% in meno.
Gli studiosi americani hanno investito quasi tre decenni per confermare la diminuzione dell’incidenza della demenza. Il nome completo della studio dell’Alzheimer Cohort Consortium è “Tendenza a 27 anni dell’incidenza della demenza in Europa e negli Stati Uniti”.
La rivista Neurology ha pubblicato i risultati nell’agosto 2020.
Sono stati prese in esame quasi 50mila persone over 65, in 7 diverse zone nei due continenti. Il tasso di demenza, calcolato per decenni, è diminuito in modo coerente, in modo leggermente più evidente fra gli uomini. Le motivazione di questo miglioramento sono da ricercare sia nei progressi della medicina che in un migliore stile di vita.
Se l’andamento dovesse proseguire in questo modo, nei prossimi vent’anni le diagnosi di demenza senile e Alzheimer sarebbero 15 milioni in meno nel mondo.
Va ricordato però che ad oggi le nuove diagnosi sono più di 7 milioni.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)