La terapia ormonale sostitutiva (Tos) deve essere assunta per la gestione di sintomi particolarmente invalidanti della menopausa o di situazioni specifiche nelle quali i benefici sono superiori ai potenziali rischi, visto che può esporre ad alcuni tipi di tumore. Sono ora in arrivo delle linee guida dagli Stati Uniti, formate dalla US Preventive Services Task Force, organismo indipendente che ha analizzato la letteratura più attendibile. La task force ha esaminato 18 studi che, in totale, hanno riguardato più di 40.000 donne, tra cui anche uno studio che riprende in esame, 18 anni dopo, la ricerca Women’s Health Initiative, che portato a pensare che gli ormoni potessero causare diverse malattie, dal cancro all’infarto. Oggi si sa che la terapia sostitutiva non aumenta, né diminuisce il rischio di morte. Sugli effetti della terapia ormonale si è parlato in una recente giornata di studio organizzata dalla Fondazione Ibsa insieme all’Ospedale Universitario di Zurigo. La dottoressa Anne Gompel, docente di Ginecologia endocrinologica dell’ospedale Paris- Centre commenta: «Di sicuro oggi sappiamo che la Tos esercita un effetto preventivo sui tumori del colon, e che probabilmente lo stesso accade per gli altri tumori del tratto digestivo quali quelli del fegato e dell’esofago. Tuttavia è altrettanto certo che essa fa aumentare il rischio di alcuni tumori della mammella e dell’endometrio. L’entità dell’incremento varia a seconda del tipo di ormoni, dell’età, del tempo di assunzione e del rischio preesistente, quindi vanno fatte tutte le distinzioni del caso». La Tos per esempio fa da argine alla perdita di memoria e all’indebolimento della capacità di concentrazione, quindi bisogna esaminare i casi e scegliere delle terapie individuali con programmai personalizzati.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)