Gli infermieri del Canton Ticino chiedono una revisione delle loro condizioni lavorative. Ore straordinarie, poco tempo per effettuare i compiti, salari non adeguati, sono solo alcune delle recriminazioni dei sindacati e delle associazioni di categoria riguardo alle condizioni di lavoro del personale sociosanitario. «Gli infermieri effettuano una moltitudine di attività, tra cui la prevenzione, la cura, la riabilitazione e la formazione di nuove leve», ricorda Luzia Mariani Abächerli, presidente della sezione ticinese dell’Associazione svizzera infermiere e infermieri (Asi). «Prima o poi avremo bisogno tutti di cure e chiunque desidera venir preso a carico nella maniera migliore possibile»: è questo l’appello con cui la presidente dell’Asi chiede alla popolazione di sostenere il settore anche a livello politico.
I problemi contrattuali e di lavoro stanno portando a un forte abbandono della professione, anche per motivi legati al post pensionamento. Infatti l’aspetto previdenziale riveste sempre più importanza nel rendere una professione attrattiva e il settore delle cure è uno dei rami con una durata di vita professionale più breve. Questo porta ad accumulare enormi lacune contributive che fanno temere drammatici effetti nella vita dopo la carriera.
Una questione a parte è quella rappresentata dal settore delle case anziani e dei servizi di assistenza a domicilio, dove si registrano differenze contrattuali nelle varie zone del cantone. Differenze che si ripresentano anche nel settore acuto, dove esiste un inspiegabile divario tra gli ospedali dell’Ente ospedaliero cantonale e le cliniche private.
Da molti anni il personale sociosanitario è costretto a lavorare a ritmi sempre più serrati, lamentano i sindacati, trovandosi così confrontato con un carico di lavoro troppo elevato che genera malattie professionali, infortuni e l’abbandono precoce della professione. Gli strumenti per ponderare il numero di dipendenti necessari nelle strutture, così come gli importi definiti nei contratti di prestazione, non sono più aggiornati e non prendono in considerazione gli attuali bisogni dell’utenza che rischia di rimanere scoperta.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)