Un nuovo studio conferma, ancora una volta, l’apporto benefico da parte dei mirtilli sul corpo umano. La nuova ricerca, realizzata da scienziati del Centro di ricerca sulla nutrizione umana e sull’invecchiamento della Tufts University, Boston (Usa) e dell’Illinois Institute of Technology Chicago (Usa), si concentra stavolta sui benefici relativi al cervello, al potenziamento cognitivo, in particolare, degli anziani. 

Gli studiosi hanno condotto uno studio su 38 persone anziane di età compresa tra i 60 e i 75 anni. Una parte dei soggetti hanno consumato una quantità di mirtilli liofilizzati equivalente ad una tazza di mirtilli freschi. Successivamente sono stati raccolti campioni di sangue sia a digiuno che due ore dopo la colazione; prima dell’inizio del trattamento, a metà della durata del processo e alla fine della manipolazione (durato 90 giorni). 

Nel frattempo sono stati effettuati test cognitivi sui soggetti interessati all'esperimento. Dai risultati è emersa l’alterazione di una serie di composti (tra cui acido ippurico, acido siringico, floroglucinaldeide ed altri) e dei netti miglioramenti nei test cognitivi. Secondo gli studiosi l’aggiunta di mirtilli alla dieta degli anziani può favorire una benefica alterazione dei livelli di composti fenolici circolanti nel corpo e, quindi, ad un miglioramento nella funzione cognitiva e nella memoria. Tuttavia gli studiosi ammettono che non è stato ancora scoperto il meccanismo con il quale i composti all’interno dei mirtilli agiscono su queste caratteristiche del cervello umano.

Dalle ricerche, già condotte in passato, su alimenti contenenti polifenoli, come le bacche sono stati riscontrati miglioramenti delle prestazioni cognitive e, in particolare, i mirtilli sembrano avere anche degli effetti neuroprotettivi.