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Pedercini Chiara

Modelli organizzativi “pro-attivi” per la gestione della continuità delle cure

Prospettive Sociali e Sanitarie, 1, 2017, pp.34-37

Nel 1950 gli ultraottantenni costituivano meno dell’1% della popolazione globale, nel 2050 saranno il 4% con l’aumento più significativo nei Paesi Ocse dove tale indice passerà dal 4% del 2010 al 9,4% del 2050. Per le previsioni Istat in Italia nel 2018 gli ultrasessantenni saranno quasi il 29% della popolazione e l’indice di vecchiaia toccherà il valore di 184. Le ripercussioni si avranno soprattutto sul sistema sanitario e assistenziale. I sistemi  del sud Europa, che puntano su modelli di welfare incentrati su famiglia e parentela, non potranno reggere. E' necessaria una evoluzione forte verso modelli di cura  pro-attiva. Un passaggio fondamentale in questa direzione è costituito dal  Chronic care model (CCM) sviluppato nel 1998 dal dottor Wagner nell’Istituto MacColl di Seattle e adottato nel 1999 in Europa con il  documento Health 21 dell’ Oms(Organizzazione Mondiale Sanità).

(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)

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Autore (Cognome Nome)Pedercini Chiara
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2017
Pagine34-37
LinguaItaliano
OriginaleNo
Data dell'articolo19000101
Numero1
Fonte
Approfondimenti Online
FonteProspettive Sociali e Sanitarie
Subtitolo in stampaProspettive Sociali e Sanitarie, 1, 2017, pp.34-37
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)
Volume
Approfondimenti
Pedercini Chiara
Parole chiave: Cronicità Cura Dati statistici Europa Welfare