Oggi, 7 novembre, il Consiglio Superiore delle Scienze spagnolo ha dato l’annuncio della scomparsa della scienziata Margherita Salas, la discepola del premio Nobel 1959 per la medicina Severo Ochoa, che, fino all’ultimo, ha continuato ad applicarsi instancabilmente ai suoi studi rivolti alla genetica molecolare nel laboratorio a Madrid.
Margherita Salas è nata nel 1938 in Spagna, in un piccolo centro delle Asturie. Nella sua carriera ha ricevuto molti riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale e, nello svolgimento della sua attività, ha avuto come riferimento la figura di un'altra grande scienziata, stavolta italiana, Rita Levi Montalcini. Anche lei fino alla sua morte, avvenuta a 103 anni di età, non aveva mai saltato un giorno di lavoro al suo laboratorio. Come lei Margherita amava affermare a proposito del passare degli anni: ”L’importante è non avere rughe nel cervello” .
Nel corso di una intervista realizzata un anno fa per la rivista 65ymas, la ricercatrice aveva raccontato della sua voglia instancabile di lavorare, mossa “dall’emozione della scoperta” che ogni giorno la spingeva a recarsi al Centro di Biologia molecolare Severo Ocha. Il suo studio era tutta la sua vita, come lei stessa affermava, ed uno degli aspetti che maggiormente amava della sua attività, era la possibilità di essere sempre in contatto con i giovani ricercatori, in un fertile scambio generazionale di idee, nel quale lei sapeva di poter mettere la sua esperienza alla quale gli altri rispondevano con il loro entusiasmo e le inesauribili domande.
Margherita Sales è stata la prima scienziata spagnola a lavorare e studiare negli Stati Uniti grazie all’incontro con il Nobel Ochoa che la iniziò allo studio della biochimica ed una pioniera della ricerca, in quanto donna negli anni ‘60.
Alla domanda se si fosse mai sentita discriminata dal mondo della scienza a causa della sua età, ha così risposto: ”Noi anziani veniamo discriminati nel momento stesso in cui andiamo in pensione. Nella comunità scientifica di Madrid si dà per scontato che non possiamo più essere personaggi di primo piano ma che dobbiamo avere necessariamente qualcuno al quale appoggiarci. Fino allo scorso anno questa era anche la posizione in materia del Consiglio Superiore delle Scienza, ma abbiamo chiesto di cambiare la norma e introdurre un’eccezione per chi come me, è professore ad honorem. E qui rimarrò finchè mi lasceranno".
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)