Una metanalisi norvegese, effettuata su dati americani, scandinavi e inglesi, ha ‘misurato’ il livello ottimale di attività fisica che riduce il rischio di mortalità prematura nei soggetti dalla mezz’età in poi.
Queste le indicazioni di longevità dello studio che quantificano l’optimum di durata dell’attività fisica per avere il massimo vantaggio in termini di riduzione del rischio di morte prematura: 24 minuti al giorno di attività fisica intensa o, in alternativa, fino a 5 ore al giorno di attività fisica lieve. Non bisogna, inoltre, restare troppo a lungo seduti. Escluse le ore trascorse a dormire, non si dovrebbero superare le 9,5 ore di inattività giornaliere; sopra questa soglia, il rischio di mortalità prematura si incrementa pericolosamente.
Si tratta del più ampio studio mai condotto finora per correlare l' attività fisica misurata da un accelerometro e il rischio di morte. In pratica, a differenza che nelle ricerche finora compiute, i dati sono stati rilevati "oggettivamente" e non riferiti dai partecipanti. La ricerca è di tipo ‘osservazionale’ ma ha il limite di aver coinvolto solo una popolazione anziana residente in nazioni ad alto reddito. I dati rilevati non possono essere applicati a giovani o a soggetti residenti in nazioni a basso e medio reddito.
Il mantra della longevità che emerge è, comunque, chiarissimo: ‘muoviti di più, a qualunque ora del giorno e trova qualunque pretesto per alzarti dalla sedia’.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)