In Gran Bretagna la tendenza a prescrivere attività sociali come coadiuvanti nelle malattie a lungo termine sta attraversando un momento di grande boom, non da ultimo a causa dell'enorme pressione che la pandemia ha posto sui servizi sanitari e di assistenza sociale. In generale, si tratta di trattamenti non clinici che possono includere qualsiasi attività, dal movimento fisico all'iscrizione a un club o al miglioramento della dieta. Le prescrizioni sono fatte da medici di base, infermieri e "link worker" (“impiegato di collegamento") che nelle diverse comunità, garantiscono il contatto con gruppi e servizi designati. Nella lista delle attività prescritte sempre più spesso appare la musica, in particolare per chi è affetto da demenza. La musica infatti può innescare reminiscenze, riconnettendo le persone con frammenti della loro identità. Può anche aiutare a condurre esercizio fisico, sollevando i pazienti affetti da demenza dall'apatia.
Non esiste una cura per la demenza, ma a livello clinico, è stato dimostrato che la musica contrasta alcuni effetti della malattia. Un particolare effetto positivo in tal senso è svolto dal ricordo di musiche "familiari", suonate o ascoltate nel corso dell’esistenza. Sempre più spesso si è dimostrato che anche il fare musica, suonando in gruppo o contribuendo alla composizione di canzoni, ha un impatto positivo sulla memoria.
Le iniziative oggetto di prescrizione sociale si stanno gradualmente integrando nel tessuto del sistema di assistenza del Regno Unito. Cinque mesi prima che il Regno Unito entrasse nel primo lockdown, si è costituita la la National Academy for Social Prescribing (NASP), un'organizzazione indipendente incaricata di sviluppare, promuovere e finanziare programmi di prescrizione sociale in tutto il Regno Unito. Da allora, gli effetti della pandemia di Covid-19 hanno solo enfatizzato le disuguaglianze sanitarie esistenti nel Paese accentuate da un decennio di austerity nel settore medico/sociale. Secondo il governo, l'attività degli operatori del servizio di prescrizione sociale ha comportato una riduzione del 47% negli appuntamenti ospedalieri e del 38% negli accessi al pronto soccorso da parte dei pazienti con patologie a lungo termine. Come appunto quelli affetti da demenza. Il punto è garantire la durata nel tempo di questi trattamenti, evitando il taglio improvviso dei finanziamenti.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)