I ricercatori dell’Inserm, (Istituto nazionale per la salute e la ricerca medica) suggeriscono che meditare aiuterebbe ad invecchiare bene. Con l'età si registra una diminuzione graduale del volume del cervello, mentre il metabolismo del glucosio causa un declino delle funzioni cognitive. Questi cambiamenti fisiologici possono essere esacerbati dallo stress e dalla scarsa qualità del sonno, fattori di rischio reali per il morbo di Alzheimer.
I ricercatori hanno studiato persone di 65 anni con test di imaging cerebrale. Tra queste persone, gli "esperti di meditazione" (da 15.000 a 30.000 ore di meditazione al loro attivo) presentavano differenze significative in certe regioni del cervello. I ricercatori hanno confrontato il funzionamento dei loro cervelli con un gruppo di controllo composto da persone non meditanti, anch’esse in media di 65 anni e con un gruppo di persone di età compresa tra 20 e 87 anni al fine di valutare i classici effetti dell'invecchiamento sul cervello e comprendere gli effetti particolari della meditazione. È quindi risultato che la corteccia frontale, quella cingolata e la insula delle persone che praticano la meditazione erano più grandi e hanno un metabolismo più elevato rispetto agli altri. I risultati dello studio pilota devono ora essere confermati da osservazioni su campioni più grandi di persone. Gli studi futuri dovranno rendere possibile comprendere i meccanismi che consentirebbero alla mediazione di avere questo impatto positivo sull'invecchiamento cerebrale.
(Sintesi redatta da: Rondini Laura)