E' stata creata la prima sinapsi bioibrida, capace di mantenere in memoria i messaggi che la cellula nervosa gli invia. E' la base per poter arrivare a reti neurali impiantabili nel cervello, con le quali sostituire le aree danneggiate da un ictus, Alzheimer, Parkinson o altra malattia.
La sinapsi artificiale potrà anche collegare una protesi robotica ai nervi di un paziente amputato. In questo modo ci sarà un collegamento «naturale» che permetterà alla persona di effetuare i movimenti della protesi attraverso il pensiero.
Questi gli sviluppi dello studio italo-americano-olandese pubblicato su «Nature Materials». Sono le basi per lo sviluppo di un «chip pensante», in grado di apprendere, come i neuroni veri, e che si adatta di conseguenza. La sinapsi è il collegamento tra due neuroni, e gli scienziati sono riusciti a ricreare il collegamento con due elettrodi fatti di un biopolimero, riuscendo non solo ad inviare il messaggio, ma anche a dimostrare che viene mantenuto in memoria. I ricercatori stanno lavorando per ridurre la sinapsi artificiale, che ora misura da 10 a 40 micron (il micron è un milionesimo di metro), mentre quella "vera" è di 2.
Nel prossimo passaggio si augurano di creare una rete di neuroni artificiali, in grado di apprendere da neuroni veri, per impiantarli nella zona del cervello danneggiata.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)