Per curare al meglio l'ictus, l’Usl 1 ha deciso di mettere insieme le forze degli ospedali di Belluno e Feltre e istituire uno “stroke team” formato dai primari e dal personale della Neurologia dei due nosocomi, dal direttore della Radiologia del Santa Maria del Prato e dal capo del Dipartimento diagnostico del San Martino. In squadra anche i primari dei Pronto soccorso di Belluno e Feltre, i direttori delle direzione mediche e dei Dipartimenti delle strutture afferenti e il responsabile dell’unità operativa di Neurochirurgia di Treviso. A guidare il gruppo sarà il capo della Neurologia di Belluno, Franco Ferracci. L’ictus può essere ischemico o emorragico. Quello ischemico, si manifesta con disturbi linguistici e paralisi o di una parte del corpo o di alcuni arti. Le persone maggiormente colpite sono gli uomini over 60 che hanno prevalentemente già alcuni problemi di diabete, di ipertensione o cardiaci. Per limitare i danni al cervello e recuperare la funzionalità motoria del corpo, è fondamentale intervenire nel tempo massimo di quattro ore e mezza con la terapia trombolitica. Al comparire dei primi sintomi di ictus va chiamato il 118, ma non sempre è possibile, visto che molti anziani abitano da soli e questo allunga i tempi di intervento aggravando gli esiti dell’ischemia. Una volta allertato il Suem la persona viene portata direttamente o all’ospedale di Belluno o a quello di Feltre, a seconda dell’area di residenza. Viene inviato in Radiologia per eseguire una Tac cerebrale per capire se si tratta di ictus ischemico o emorragico. Per rendere edotta la popolazione, verranno organizzati degli incontri pubblici per sensibilizzarla sul tema dell’ictus e per riconoscerne i sintomi.
(Sintesi redatta da: Mayer Evelina)