Sono molte le sfide che sta affrontando la farmacologia, primaria è la ricerca di nuove molecole. Va tenuto presente però che, per quanto riguarda i disordini del cervello (ma non solo) sono visti come evoluzioni fisiologiche legate all’invecchiamento. Quindi la ricerca è su come rallentare questo processo. Tante le sperimentazioni: con le cellule staminali che sostituiscono le cellule di tessuti degenerati o con farmaci che antagonizzano i meccanismi che causano la morte dei neuroni, come accade con Alzheimer, Sla oParkinson. Questi i temi trattati dall’intervento all’Università di Bologna del farmacologo Salvatore J. Enna, professore dell’Università del Kansas e presidente dell’International Union of Basic and Clinical Pharmacology. La farmacologia -spiega Enna - deve aumentare il tasso di successo nella scoperta di nuove molecole, anche se l’impresa non sarà facile né immediata. Probabilmente molte delle affezioni del sistema nervoso centrale non avranno una cura definitiva, la farmacologia sta cercando quindi di cronicizzare le condizioni e di impedire peggioramenti. La ricerca, conclude il professore, è già a buon punto, in specie nell’analisi del sistema immunitario. «Oltre a essere implicato nelle funzioni del sistema nervoso centrale e delle sue patologie, è il primo baluardo nei confronti delle cellule mutate, quelle che potrebbero dare origine a un tumore». Visto che non si può impedire l’invecchiamento, ci si concentra sulla prevenzione, rafforzando il sistema immunitario.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)